ISONZO SULL’HERMADA

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Il 16 marzo 2008 Isonzo ha “risalito” l’Hermada, bastione insuperabile per le truppe italiane nella Grande Guerra. A farci da guida Roberto Todero, appassionato, storico, scrittore, ricercatore, autore di testi e ricerche famose di quel periodo. Ricordiamo alcuni suoi libri:

-“Fortezza Hermada. Storia e itinerari della grande guerra in Italia e Slovenia” del 2000,

-“Kappenabzeichen. Distintivi da berretto austroungarici. Piccoli oggetti d’arte e di racconto della grande guerra.” Ediz. italiana e tedesca del 2001,

-“Dalla Galizia all’Isonzo. Storia e storie dei soldati triestini nella Grande Guerra. Italiani, sloveni e croati nel k.u.k. I.R. Nr.97” del 2006.

Questo articolo e il nostro pensiero lo dedichiamo ad un amico che non c’è più, era con noi in questa gita , si chiamava Bruno Scarcia, socio e web master dell’Associazione Zenobi, amico inseparabile di Roberto Todero. E’ presente in questa relazione fotografica e nell’ ultima immagine di gruppo, così vogliamo ricordarlo. Ciao Bruno!

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LA “FORTEZZA” HERMADA:

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Caverna di monte Cocco

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Scattate dalle pendici dell’Hermada queste due precedenti “nuvolose” immagini ci lasciano intravvedere sullo sfondo le gobbe della catena del Faiti. Queste alture erano saldamente in mano austro-ungarica. Osservando ci si rende conto dei perchè questa penisola montuosa, che comprendeva anche il terreno da dove è stato eseguito il primo “scatto”, fosse tenuta a tutti i costi dalle truppe a.u. e che quindi sbarrasse il passo del Regio Esercito verso Trieste, tuffandosi infine a sinistra nel mare Adriatico fronteggiando Monfalcone e le alture del Flondar in mano italiana.

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